Avere un disturbo d’ansia è una cosa. Provare ansia ogni tanto è un’altra.
Sono due cose molto diverse, vorresti capire la differenza?
Bene, comincia a leggere.
Nella seconda parte dell’articolo, trovi alcune definizioni scientifiche del disturbo d’ansia e le differenze tra i vari tipi, ma ora non ti voglio annoiare.
Indice dei contenuti
Come influisce su di te il disturbo d’ansia
Quando hai un disturbo d’ansia, puoi fissarti su un’idea o su una convinzione che ti porta a non pensare ad altro.
- Non ce la farò mai.
- Mi bocceranno.
- Questo lavoro è al di sopra delle mie forze.
- Non sono abbastanza.
- Nessuno mi amerà mai.
Mentre ci sono diversi tipi di disturbo d’ansia, un filo conduttore tra tutti è l’interferenza con la tua vita quotidiana.
Possono rovinarti la vita e impedirti di realizzare i tuoi sogni. Ci sono persone che passano l’esistenza a prendere medicine.
Questi pensieri sono spesso presenti anche nella depressione.
Il disturbo d’ansia mette in pericolo la salute, ma i farmaci non sono la soluzione.
Cosa è l’ansia?
L’ansia non è una malattia, ma una componente naturale della psiche umana.
Accelera il respiro, il battito del cuore, magari cominci a sudare, i segni sono tanti.
Servono solo a metterti a disposizione il massimo quantitativo di energia possibile.
Sai di avere di fronte una sfida difficile come la consegna di un lavoro fondamentale, un esame complicato oppure un appuntamento importante.
Quando corri, il tuo cuore e il tuo respiro accelerano e cominci a sudare.
Il tuo cervello sa che hai bisogno di energia.
Quando sei davanti a uno sforzo intellettuale, è la stessa cosa.
Il cervello è un grande consumatore di energia, a riposo circa il 25%, ma può andare molto oltre.
Per esempio quando studi o lavori intensamente a un progetto, a una relazione.
Qualsiasi impegno intellettuale assorbe moltissima energia.
Quando dovresti sospettare un disturbo d’ansia? Ecco 4 segnali che possono metterti in dubbio.
L’ansia non se ne vuole andare
Quando hai un disturbo d’ansia, spesso diventi incredibilmente ansioso in situazioni in cui gli altri potrebbero diventarlo solo un po’, come durante le riunioni di famiglia o davanti ad altre persone che non conosci bene.
L’ansia dura più a lungo ed è più profonda.
Per esempio, stai studiando e hai una paura tremenda della bocciatura.
Pensi sempre che non fai abbastanza, che non sei in grado e così via.
Poi parli con qualche collega e ti dice che per lo stesso esame ha studiato una settimana, che l’ha trovato facile.
Chiedi ancora altrove e trovi le stesse risposte.
Forse le tue paure non sono così giustificate.
Però disturbano la tua concentrazione e alla fine ti sembra di concludere poco.
Oppure hai un impiego e ti sembra di non riuscire a raggiungere gli obiettivi che ti dà la tua azienda.
Anche qui, chiedi a qualche collega d’ufficio e magari scopri che sei in condizioni migliori di loro.
Però i tuoi pensieri influenzano la vita quotidiana, è allora che diventa un problema.
Se non se ne vanno via, è un segnale che potresti avere un disturbo d’ansia.
L’ansia ti dà gravi problemi fisici
Devi comprendere anzitutto che la mente comunica sempre attraverso il corpo.
Tu dici: ho paura, sono in ansia, soffro, provo rabbia.
Tutte queste emozioni si manifestano attraverso sensazioni fisiche.
Queste possono però essere davvero forti o addirittura insopportabili. Per esempio provi dolore allo stomaco o al petto.
Inoltre talvolta le manifestazioni esterne sono gravi.
Ci sono malattie della pelle collegate a un disturbo d’ansia.L’affaticamento e i dolori muscolari potrebbero essere un segnale d’allarme.
Questi sintomi fisici possono essere il risultato di uno stato di ansia costantemente elevato.
Se però durano troppo a lungo, puoi avere anche danni fisici seri e ammalarti.
Per esempio, se ti fa male lo stomaco troppo spesso, i danni possono diventare permanenti.
Per questo è importante distinguere tra un disturbo d’ansia e la normale ansia che provano tutte le persone.
Non riesci a concentrarti a causa dell’ansia
Spesso le persone che hanno un disturbo d’ansia ricevono una diagnosi diversa, come il cosiddetto disturbo da deficit di attenzione e iperattività (ADHD).
Molti bambini si trovano in questa condizione.
Finiscono per prendere farmaci e non sono affatto la soluzione.
Negli Stati Uniti la prescrizione di psicofarmaci ai bambini è aumentata moltissimo, come nel Nord Europa. Per fortuna in Italia non siamo a quei livelli, ma ci sono già stati casi e scandali.
Gli psicofarmaci fanno molto comodo alle case farmaceutiche, ma molto meno a chi li prende.
Hanno effetti collaterali molto gravi e non sono la soluzione dei problemi psicologici.
Possono servire, ma secondo le linee guida quasi sempre la terapia psicologica è migliore e comunque dovrebbe affiancare quella farmacologica.
Quando hai un disturbo d’ansia, hai difficoltà a concentrarti. Stai sempre a rimuginare, perché i pensieri ti distraggono.
In questo modo comprometti il lavoro o lo studio e vivi male.
Insonnia e disturbo d’ansia
L’insonnia è collegata a moltissimi disturbi psicologici. Purtroppo è a sua volta un fattore di peggioramento dei disturbi, perché il sonno è importantissimo quando hai a che fare con lo stress e l’ansia in modo esagerato.
Se infatti ti arrivano pensieri negativi o paure, è quando dormi che la tua mente ci lavora meglio.
I sogni hanno la funzione tra le altre di rielaborare gli stati emozionali forti.
Se per esempio litighi di brutto con un’altra persona, rimani con rabbia per un po’ di tempo, poi cominci a calmarti.
Ti dici “forse non aveva tutti i torti, anche io ho esagerato”.
Poi succede che ci dormi sopra. E finisce che ti svegli con maggiore serenità, fai pace o comunque senti il litigio meno violento dentro di te.
Succede perché nel sonno la tua mente continua a lavorare.
Mette a posto i pezzi, per così dire.
Dormire poco e male ha un effetto pessimo su ansia e stress.
Inoltre, se sei alle prese con il lavoro o con lo studio, la tua memoria funzionerà male. Una parte del processo dei ricordi si svolge infatti nel sonno.
Questo ti farà sentire ancora peggio, perché conferma le tue convinzioni negative.
Ma cosa si intende esattamente per disturbo d’ansia?
Adesso viene la parte noiosa, ma è giusto darti informazioni precise.
Esiste un manuale di riferimento, che si chiama DSM-V. Raggruppa tutti i disturbi mentali.
Tra questi puoi trovare vari tipi di disturbo d’ansia. Ti elenco i principali
Disturbi d’ansia
- Disturbo d’ansia da separazione, da un genitore o dal partner, per esempio.
- Fobie specifiche (paura del buio, dell’aereo, degli insetti eccetera)
- Fobia sociale (paura di riunioni, di parlare in pubblico, di partecipare alla vita sociale…)
- Agorafobia (paura di uscire di casa o di fare viaggi, anche brevi…)
- Disturbo di panico (attacchi di panico ripetuti)
- Disturbo d’ansia generalizzato (continuo stato di grave preoccupazione o tensione)
- Altri disturbi d’ansia (tutti gli altri, in medicina c’è sempre una voce altri)
Ci sono poi altri tipi di disturbi collegati al disturbo d’ansia, come il disturbo ossessivo-compulsivo e il disturbo da stress post traumatico.
Da quest’ultimo la psicologia distingue un caso particolare, il disturbo da stress post traumatico complesso.
Si tratta di persone che hanno subito traumi senza possibilità o quasi di fuga o difesa.
I traumi infantili
I traumi della prima infanzia e dell’adolescenza sono spesso collegati al rapporto con i genitori o comunque con chi si è occupato dell’educazione. Ne ho già parlato qui.
Si chiamano traumi dell’attaccamento e nella mia esperienza sono tra i più gravi e complessi da trattare.
Nell’infanzia, ma anche nell’età più giovane, cerchi protezione e affetto proprio dai genitori.
Se non ti arriva oppure il pericolo proviene proprio da loro, ti senti in trappola.
Pensa a un genitore che
- ti picchia con violenza,
- alcolista,
- depresso,
- che ti critica sempre, e così via.
Oppure quello che ti abbandona e si disinteressa di te.
La separazione può anche essere involontaria, come per esempio in caso di una grave malattia con ricovero ospedaliero.
Il caso del tutto contrario, ma in realtà spesso corrispondente, è il genitore troppo protettivo, che ti impedisce di imparare a lottare nella vita. Alle prime difficoltà, scoppia un disastro.
Oppure la mamma o il papà che non ti degnano mai di una lode. Porti a casa un bel 7? Ti rispondono senza un sorriso: “Va bene, hai fatto il tuo dovere.” Oppure non dicono nulla.
Cosa dovresti fare se hai un disturbo d’ansia?
Anzitutto non devi cercare di fare una diagnosi da te. Rivolgiti a un professionista della salute, meglio se un medico psicoterapeuta o uno psicologo psicoterapeuta.
Solo gli psicoterapeuti hanno le competenze riconosciute per curare i disturbi psicologici, quindi anche il disturbo d’ansia.
Per una prima informazione, puoi anche rivolgerti al tuo medico di base, che ti potrà indirizzare o darti qualche primo consiglio.
Se però, chiunque te lo dia, il suggerimento è di prendere dei farmaci senza iniziare un percorso di psicoterapia, vai più a fondo.
Quasi mai in questi disturbi è una buona idea prendere medicine senza una cura psicologica.
Spesso le medicine sono anche controindicate, perché potrebbero nascondere i sintomi e complicare il lavoro dello psicoterapeuta.
I farmaci hanno effetti anche gravi e qualcuno deve ascoltarti e guidarti.
Pensi di soffrire di un disturbo d’ansia? Oppure in generale di avere troppo stress?
Prova intanto a svolgere l’esercizio che ti descrivo.
La respirazione controllata
Questo esercizio, ripetuto quante volte vuoi tutti i giorni e anche più volte al giorno, ti insegnerà a tornare in modo rapido e semplice alla calma.
Ti sarà utile nei momenti di ansia di stress.
Inizia però anche nelle situazione più tranquille, perché sarà più facile impararlo.
Con la pratica e l’allenamento lo apprenderai bene.
Prima dell’esercizio misura il tuo livello di stress, in una scala da 0 a 10 dove
-
0 è il massimo possibile di calma
- che puoi immaginare o
- che ricordi di aver provato e
-
10 invece il massimo livello di stress
- che puoi immaginare o
- che ricordi di aver provato.
Se puoi far riferimento a qualche specifico fatto della tua vita è sicuramente meglio.
L’esercizio è semplicissimo.
Devi respirare in questo modo:
- inspira contando fino a 5
- trattieni l’aria contando fino a 5 e
- espira contando fino a 5
Fai questo per qualche minuto.
Se questo numero 5 ti sembra troppo difficile, abbassa a 4.
Se invece te la senti, arriva a contare fino a 6 o a 7.
Con l’esperienza ti dico che dopo un po’ di pratica comincerai a respirare meglio in generale e questo numero si alzerà in maniera naturale.
Con questo esercizio ti sentirai meglio.
Naturalmente, se pensi di soffrire di un disturbo d’ansia, l’esercizio sarà sempre utile, ma non sufficiente.
Dovrai chiedere aiuto a un professionista competente.
Ma la respirazione controllata non è un farmaco e non ha effetti collaterali gravi.
Può darti solo risultati positivi.
Medico psicoterapeuta. Mi occupo da oltre 30 anni di attacchi di panico e di terapia del trauma psicologico.
Soprattutto aiuto le persone a migliorare la loro vita.