Attacchi di panico, cosa fare: storia di Maria

Attacchi di panico, cosa fare: storia di Maria

Attacchi di panico, cosa fare: storia di Maria

C’è una domanda sugli attacchi di panico: cosa fare? Una domanda forte e la risposta è difficile. Moltissime persone non riescono a sconfiggere gli attacchi di panico.

Forse anche tu. Qual è il motivo? Approfondisci qui.

Attacchi di panico. Cosa fare?

Un caso che mi mise molto in difficoltà è quello di una signora che chiamerò Maria. Ovviamente non è il suo vero nome.

Maria era una donna di 66 anni e abitava da sola con il marito, a poca distanza dalla figlia, sposata. È sempre stata una casalinga molto attiva, in buona salute.

Attacchi di panico, causa nascosta

Da qualche anno lamentava disturbi diffusi: spesso stanca, soffriva di cefalea e di giramenti di testa. Aveva difficoltà a svolgere anche i semplici lavori di casa.

Ha cominciato poi a sentire dei dolori al cuore, è andata almeno un paio di volte al pronto soccorso, dove non le hanno trovato nulla. Ha fatto analisi, esami clinici, radiografie, senza nessun risultato.

Le dicevano sempre che erano attacchi di panico. Cosa fare, però?

Farmaci per attacchi di panico

Il suo medico le aveva prescritto dei calmanti, ma la situazione è progressivamente peggiorata. Ha cominciato a sentire spesso un senso di soffocamento e un peso allo stomaco, finendo per

mangiare molto poco e dimagrire così di parecchi chili.

Maria ha cominciato ad uscire sempre di meno. Sentendosi stanca, con frequenti dolori, passava il suo tempo a letto, arrivando a dormire quasi il doppio del consueto. Con questa

situazione in peggioramento, Maria ha cominciato a pensare di avere una malattia molto grave che i medici non capivano e non si fidava più.Depressione e attacchi di panico

Portata da uno psichiatra, ha cominciato a prendere degli antidepressivi. Inizialmente la situazione è migliorata, ma dopo qualche mese i disturbi sono ricominciati, anche più gravi di prima.

Per i suoi attacchi di panico, cosa fare non glielo stava dicendo nessuno.

Ipnosi e attacchi di panico

Maria arriva al mio studio convinta dal marito, per il quale la situazione in famiglia era diventata veramente insostenibile. I primi colloqui risultano difficili, perché Maria non era disponibile a parlare.

Dal marito vengo a sapere che già da giovane Maria soffriva di svenimenti e capogiri. Anche primadella situazione attuale, Maria usciva pochissimo di casa e solo in compagnia. Questo comportamento non fu maiinterpretato come un disturbo psicologico e noncreava disagio a nessuno.

Maria ei familiari pensavano semplicemente ad un carattere riservato, e attribuivanoalla pressione bassa la causa degli svenimenti e dei giramenti di testa.

Un trauma psicologico viene alla luce

Attraverso una trance molto leggera, vengo a sapere che da ragazza era avvenuto un episodio molto sgradevole e particolare.

Maria era uscita con un ragazzo, era molto giovane e i genitori non volevano. Disse che usciva con le amiche,  una bugia. Andarono in un posto isolato con la macchina del padre del ragazzo.

Erano in discesa e il freno a mano non era stato tirato bene. Durante le effusioni la macchina cominciò a muoversi, finendo in un piccolo torrente. Maria provò molta paura temendo di annegare e sviluppò dei grandissimi sensi di colpa per aver mentito ai genitori.

Interpretò l’episodio come una specie di punizione divina per la sua “colpa”.

Il trauma psicologico rimane nelle mente

La sua mente aveva rimosso quello che era accaduto. Rimuovere però non vuol dire dimenticare.

Finalmente sciolta, cominciò ad aprirsi e raccontare. Quando usciva di casa da sola provava senso di soffocamento, accelerazione del cuore, giramenti di testa, dolori al torace e allo stomaco.

Aveva paura di uscire da sola e questa paura le è rimasta per tutta la vita. I sintomi erano proprio quelli degli attacchi di panico. Cosa fare, però, Maria non lo

sapeva.Attacchi di panico cosa fare questo è il dubbio

Disturbo da attacchi di panico

Lei soffriva in pieno di un disturbo da attacchi di panico. La causa era quell’episodio, nel quale il senso di colpa e la paura di annegare si erano mescolati, creando una situazione senza sbocco.

Non era assolutamente chiaro invece perché la situazione si fosse aggravata in età matura; era probabile ci fosse stato un episodio scatenante, ma non emergeva ancora.

Maria riesce a sconfiggere gli attacchi di panico

Ho quindi eseguito un trattamento combinato di Training Autogeno e EMDR , il primo per abbassare l’evidente ansia di Maria, il secondo per lavorare su altri possibili traumi psicologici, causa del suo recente aumento dei sintomi fisici.

Con l’EMDR, infatti, si stimola il cervello del paziente, il quale rielabora episodi e situazioni, anche quelle che in modo cosciente non ricorda o non vuole ricordare, portandoli infine a livello conscio. Dopo alcune sedute senza risultati apparenti, è infine emerso un episodio chiave.

Curare gli attacchi di panico

Qualche anno prima, proprio in corrispondenza dell’inizio dei disturbi, Maria si era iscritta ad un corso di pittura, senza dire nulla in famiglia. Era in fondo un atto di coraggio, per una donna che usciva mai o rarissimamente da sola, probabilmente un tentativo di sbloccare una situazione che le creava disagio.

Una sera, nel tornare a casa, era caduta in un piccolo fosso, perché le era girata la testa. Non si era fatta nulla, ma lo spavento era stato molto grande.

Si erano rinnovato il pericolo di cadere in un fosso e il senso di colpa per aver nascosto il corso di pittura alla famiglia. Per il suo cervello, come ho già raccontato, era una riedizione dell’ episodio accadutole da giovane.

Il capogiro era facilmente un sintomo di attacco di panico.

Lavorando su questa situazione, grazie anche al Training Autogeno, lentamente Maria ha cominciato a non provare tutti i disturbi che lamentava e dopo 8 mesi di terapia la sua vita è tornata normale.

Adesso Maria, tenuto conto dei limiti fisici della sua età,  esce di casa abbastanza spesso, anche da sola e senza timore.

Attacchi di panico: cosa fare? Nel caso di Maria la soluzione è stata una combinazione di terapie, che agivano tutte sulla causa del suo disturbo. Ho visto che spesso è così. Agire sulla causa è la soluzione valida.

  

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