Le cause principali di suicidio
Partiamo da un elemento: quali sono i sintomi che in una persona fanno temere il suicidio? Eccoli, in ordine sparso:
- Pensare, parlare o desiderare il suicidio
- Consumo di droghe
- Mancanza di scopo nella vita
- Rabbia
- Mancanza di una via d’uscita (Sentirsi in trappola)
- Disperazione, mancanza di uno scopo per cui vivere
- Isolamento dalla famiglia, dagli amici, dal lavoro o dalla scuola, dagli hobby
- Ansia
- Temerarietà (comportamenti ad alto rischio) ,
- Disturbi dell’umore, come improvvisi cambiamenti
- Ricerca di modi per morire, ad esempio ricerche su Internet
- Pensare alla morte
- Improvviso umore più felice e tranquillo, nonostante le condizioni esterne non lo giustifichino
- Perdita di interesse nelle cose e nella vita
- Visite o chiamate ad amici e a persone care, specie quelli che non si frequentano da molto
- Fare accordi, dirimere liti o regolare i conti
- Regalare oggetti, specie beni preziosi
Naturalmente non tutti gli aspiranti suicidi danno a vedere le loro vere intenzioni, alcuni anzi preparano tutto nel silenzio. Comunque il riconoscere questi comportamenti può portare ad evitare alcuni drammi.
Quale patologia psichica c’è dietro il suicidio?
Esso viene spesso associato quasi automaticamente alla depressione, ma in realtà svariati disturbi possono condurre a idee suicide. Esse sono:
- Disturbo bipolare
- Disturbi di Personalità
- Distacco dalla realtà o paranoia
- Abuso di alcool o altre droghe
- Depressione
- Disturbo post-traumatico da stress
- Ansia
- Attacchi di Panico
L’elenco non può essere considerato assolutamente completo, ma posso dire di aver citato certamente i disagi più importanti.
I farmaci killer
E’ risaputo che tutti gli antidepressivi possono aumentare il rischio di suicidio. Traggo da uno studio della dottoressa Anna Gentile, Dipartimento Clinico e Sperimentale di Medicina e Farmacologia, Università di Messina
Se avevi dei dubbi sul fatto che i farmaci non siano la soluzione, ne hai una riprova. Il British Medical Journal ha pubblicato tre studi clinici, allo scopo di valutare l’esistenza di un’associazione tra impiego di farmaci antidepressivi e rischio di suicidio. Sui foglietti illustrativi è riportato questo collegamento, ma a volte l’atteggiamento dei medici e degli psichiatri è quello di prescrivere il farmaco senza controllare poi il paziente.
Mi interessa però soprattutto mettere in evidenza il collegamento con l’ansia e il panico.
Chi si trova in situazione economica difficile o perde il suo ruolo di pilastro economico e sociale della famiglia, come nella storia di Marco, può andare incontro facilmente a paura del futuro, disperazione, ansia grave e attacchi di panico. Non è affatto da escludere che un attacco di questo genere porti una persona “insospettabile” a compiere il gesto estremo di togliersi la vita. La paura è un terribile motore, fa perdere il controllo, conduce a soluzioni illogiche. Anche il suicidio può essere tra queste: non risolve naturalmente nulla, ma libera dall’ansia e dal terrore che attanaglia l’individuo.
Cosa fare dunque?
Difficile rispondere su due piedi, anche perché ogni caso è diverso dall’altro, ogni essere umano è unico e irripetibile. E’ importante far recuperare un ruolo alla persona disperata, dare sostegno psicologico, ma anche spirituale.
Avere fede, qualunque sia il proprio credo, allontana senza dubbio l’idea di suicidio, perché lascia posto a una speranza laddove non c’è. A sostenere questa tesi è il fondamentale e ancora valido studio sul suicidio del padre della sociologia David Émile Durkheim. Non è una questione di fede, ma di scienza.
In conclusione un percorso di recupero dell’aspirante suicida deve coinvolgere più fattori e più figure, ma la soluzione non può risiedere dentro un medicinale.
Ho molto a cuore questa tematica, lo sento come impegno personale e sociale, per questo chiunque si trovi in una situazione a rischio potrà rivolgersi a me ed essere ascoltato in modo del tutto gratuito.
Una delle cause del problema infatti è che spesso queste persone non possono permettersi una terapia e sappiamo bene come le strutture pubbliche siano insufficienti e intasate, incapaci, per forza di cose, di dare risposte concrete e rapide.